(Adnkronos) – A un anno dal riconoscimento della rimborsabilità in Italia, in occasione del Congresso Floretina 2025, che si è svolto dal 4 al 7 dicembre a Firenze, Bayer ha presentato nuovi dati clinici su aflibercept 8 mg, farmaco indicato per il trattamento della degenerazione maculare legata all’età (nAmd) e dell’edema maculare diabetico (Dmr). Tra i risultati raggiunti, la farmaceutica ha sottolineato, in particolare, la possibilità di estendere l’intervallo tra i trattamenti fino a 6 mesi, un’opzione significativa nel panorama delle terapie disponibili.
Nel simposio dedicato ai dati real-world, i risultati dello studio osservazionale Spectrum – che include oltre 3.400 pazienti in più di 18 paesi – e dei registri americani Iris e Vestrum, con più di 59 mila pazienti trattati, confermano che aflibercept 8 mg è efficace non solo nei pazienti naïve, ma anche in quelli precedentemente trattati con altri anti-Vegf. “Questi risultati confermano non solo l’efficacia clinica di aflibercept 8 mg, ma anche la sua sostenibilità a lungo termine, ottimizzando la gestione della malattia e migliorando la qualità della vita dei pazienti”, ha dichiarato Paolo Lanzetta, professore ordinario di Oftalmologia all’Università degli Studi di Udine e Direttore della Clinica Oculistica dell’Università di Udine, che ha moderato il simposio. “Estendere gli intervalli tra le iniezioni – ha aggiunto – è particolarmente vantaggioso poiché riduce il numero di trattamenti necessari, migliorando l’aderenza alla terapia e riducendo l’onere per i pazienti e per le strutture sanitarie”.
La degenerazione maculare legata all’età e l’edema maculare diabetico – informa la farmaceutica in una nota – rappresentano patologie oculari ad alto impatto clinico e socioeconomico. Nonostante i progressi terapeutici, persistono criticità legate alla scarsa aderenza e alla complessità dei regimi di trattamento, che si traducono in risultati subottimali e costi significativi per pazienti, caregiver e sistema sanitario. Le evidenze presentate al Congresso mostrano che oltre il 60% dei pazienti interrompe il follow-up entro 5 anni, con tassi di non aderenza che oscillano tra il 32% e il 95%.
Gli studi clinici più recenti, come Pulsar e Photon, dimostrano che aflibercept 8 mg consente di estendere gli intervalli di trattamento fino a 24 settimane, riducendo il numero di iniezioni annuali senza compromettere l’efficacia. Tale approccio può migliorare l’aderenza, ridurre il carico per i pazienti e ottimizzare le risorse sanitarie, rispondendo così a una delle principali sfide del trattamento delle patologie oculari croniche.
In particolare, nel trattamento della degenerazione maculare legata all’età, il trattamento si configura anche come una scelta di valore dal punto di vista economico, contribuendo alla sostenibilità del sistema sanitario nel lungo periodo. Uno Studio pubblicato lo scorso anno su ‘Graefe’s Archive for Clinical and Esperimentale Ophthalmology’ ha infatti evidenziato che, in base alla frequenza di somministrazione osservata negli studi clinici, aflibercept 8 mg risulta essere l’anti-Vegf che genera i costi sanitari più bassi per paziente nel trattamento della nAmd nei Paesi Bassi, su un orizzonte temporale di 3 anni. Gli autori concludono che i farmaci anti-Vegf con intervalli di iniezione più lunghi, possano rappresentare una soluzione economicamente più sostenibile, in grado di ridurre il crescente carico economico legato al trattamento della nAmd nel sistema sanitario.
“Poiché i diversi anti-Vegf mostrano un’efficacia sostanzialmente comparabile, nella scelta del trattamento è importante considerare, oltre l’efficacia, l’estensione degli intervalli tra una somministrazione e l’altra – ha evidenziato Enrico Borrelli, professore associato di Oftalmologia, Università di Torino – Non possiamo ignorare il crescente impatto economico che le malattie vascolari retiniche esercitano sul nostro sistema sanitario: scegliere una molecola rispetto a un’altra significa anche valutare la sostenibilità dell’intero percorso di cura. Per questo è fondamentale adottare una visione più ampia, che non si limiti al semplice prezzo del farmaco, ma consideri il numero di somministrazioni, le visite di controllo, l’organizzazione delle strutture e, in ultima analisi, il carico reale per i pazienti e per l’Azienda ospedaliera. In quest’ottica – ha aggiunto – aflibercept 8 mg rappresenta un’opportunità concreta: ridurre il numero di somministrazioni significa alleggerire i reparti, diminuire i costi indiretti e offrire ai pazienti un trattamento meno gravoso. Se vogliamo mantenere alta la qualità dell’assistenza, senza mettere sotto pressione il sistema sanitario, dobbiamo iniziare a considerare questi aspetti con grande attenzione”.
Una delle novità di quest’anno è l’introduzione della siringa preriempita OcuClick, che offre una somministrazione precisa del volume di iniezione, riducendo il rischio di errori e migliorando la sicurezza per i pazienti. Questo dispositivo rappresenta un ulteriore passo verso una gestione più efficace e sicura della terapia. L’azienda – riferisce la nota – non si limita a sviluppare trattamenti innovativi, ma promuove anche iniziative che supportano i pazienti nel loro percorso di cura. Progetti come: ‘Salvare la vista si può’, campagna con portale dedicato, oltre a pagine social, dove vengono condivisi materiali informativi, contenuti multimediali, strumenti utili per pazienti maculopatici e caregiver; ‘TeraPiù’, un’app gratuita ideata per supportare pazienti e caregiver nella gestione quotidiana della terapia e ‘TestaLaVista’, iniziativa on line che invita a fare un controllo visivo, tramite un semplice test fai-da-te, per cercare di individuare possibili segnali di maculopatie o problemi retinici, si affiancano al trattamento farmacologico, aiutando i pazienti ad affrontare la malattia in modo più completo, sia sotto il profilo clinico che psicologico.
“Il nostro impegno come azienda va oltre l’innovazione terapeutica: si estende alla creazione di soluzioni che rispondano concretamente alle esigenze dei pazienti e dei sistemi sanitari – ha concluso Simona Gatti, direttore medico di Bayer – Con aflibercept 8 mg, non solo offriamo una terapia efficace e sostenibile, ma ci impegniamo anche a migliorare l’accessibilità e la qualità delle cure, alleviando il carico sui pazienti e ottimizzando le risorse sanitarie. È essenziale che i progressi scientifici siano accompagnati da un approccio integrato che supporti i pazienti in modo completo, migliorando non solo gli esiti clinici, ma anche la loro esperienza di trattamento e il loro benessere”.
