(Adnkronos) –
Vladimir Putin andrà a Istanbul per l’incontro con Volodymyr Zelensky domani 15 maggio? No, a meno di clamorose sorprese legate a Donald Trump. Intanto, il presidente russo insulta i partner occidentali di Kiev che appaiono intenzionati a varare nuove sanzioni se la Russia non dirà sì alla tregua di 30 giorni invocata dall’Ucraina.
Putin domenica ha aperto al dialogo scegliendo data e luogo per il vertice in Turchia ma, con ogni probabilità, non sarà della partita. La delegazione russa comprenderà il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere del Cremlino per gli affari internazionali Yuri Ushakov. Per Zelensky, pronto a sedersi al tavolo, l’assenza di Putin sarebbe un segnale chiaro:
se il leader del Cremlino non si presenta, significa che non vuole fermare la guerra.
Putin, a giudicare dai segnali arrivati sinora da Mosca, non salirà sull’aereo per Istanbul. La situazione potrebbe cambiare radicalmente se scendesse in campo Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha iniziato il suo viaggio in Medio Oriente con la tappa in Arabia Saudita. “I colloqui diretti tra Putin e Zelensky sono improbabili”, osserva al Washington Post l’analista ‘pro-Cremlino’ Sergei Markov.
“Dipende da Trump se Putin andrà o meno a Istanbul. Dipende, se Trump è pronto ad assumersi la responsabilità per il comportamento di Zelensky”. Prima di partire per Riad, il presidente americano non ha escluso l’ipotesi di un blitz a Istanbul: “Potrei andare”. Intanto, di sicuro la delegazione a stelle e strisce in Turchia comprenderà il segretario di Stato Marco Rubio e gli inviati speciali Steve Witkoff e Keith Kellogg.
“La delegazione russa ci sarà e aspetterà quella ucraina”, le parole criptiche di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino. Segnali più espliciti sono arrivati da figure istituzionali di secondo piano. Il senatore Konstantin Kosachev, vicepresidente della Camera Alta, ha definito “puro spettacolo” e “commedia” le parole di Zelensky. “Incontri di alto livello non vengono organizzati in situazioni così complesse”, ha aggiunto. Per Alexei Chepa, vicepresidente della Commissione Esteri della Duma, la Russia “non può fidarsi dell’Ucraina”.
Intanto, Putin a Mosca si dedica alle questioni economiche e affronta anche il tema dei rapporti con l’Occidente puntando il dito contro i leader che hanno imposto sanzioni e sono pronti a farlo di nuovo: “Varano sanzioni che in primo luogo danneggiano i loro paesi. Sono idioti”. “Le sanzioni hanno un impatto negativo in primis sulle nazioni che le adottano. Lo fanno a proprio danno, sono idioti”, le parole di Putin in un panel a tema economico.
Putin fa riferimento a contatti con aziende straniere che ambiscono a rientrare nel mercato russo. Il via libera, dice il presidente, non è automatico: Mosca effettuerà valutazioni sulla base degli interessi nazionali e definirà le condizioni per la riammissione. “Qualcuno ha trasferito denaro alle forze armate ucraine. Basta che si scusino? No, non basta. E’ indispensabile valutare tutte queste questioni in modo pragmatico”.
Al momento, dice Putin, il nemico principale dell’economia russa è l’inflazione: le autorità devono “sopprimere” l’inflazione per evitare di “congelare l’economia stessa. E’ un compito impegnativo”.
Alexey Repik, presidente dell’Associazione Delovaya Rossiya (Business Russia), nel corso dell’incontro si dice certo: la Russia ha un’economia sufficientemente forte per resistere all’impatto di nuove, eventuali sanzioni: “Ce la siamo cavata nel 2022, ce la faremo anche ora”.