(Adnkronos) – “Il governo Meloni ha appena ucciso il settore della cannabis light nel nostro Paese”. A scriverlo è il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, su X. “Nella seduta fiume di questa notte in commissione alla Camera è stato infatti approvato l’emendamento al ddl sicurezza che equipara la cannabis light a quella con thc – sottolinea – Il governo Meloni, in preda alla furia ideologica, cancella una filiera tutta italiana, 11mila posti di lavoro. E pensano anche di aver fatto la lotta alla droga…”.  

“Equiparare la cannabis light a quella con Thc è un gravissimo errore e il governo stanotte, stavolta sì con il favore delle tenebre, approvando un emendamento al decreto sicurezza ha deciso di azzerare un settore produttivo che impiega migliaia di persone e fattura oltre 500 milioni all’anno”, dice dal canto suo Stefano Vaccari del Pd.  

“Ha vinto, almeno per ora, la follia propagandistica del governo che pensa così di comunicare un impegno istituzionale contro le droghe che però sono altra cosa rispetto alla cannabis light con potenziale produttivo tra cosmesi, erboristeria, integratori alimentari e florovivaismo. Una scelta sbagliata che colpisce un settore che impegna molti giovani e che avrebbe dovuto essere aiutato e non certo annientato anche perché non ci sono controindicazioni di ordine sanitario”, conclude il capogruppo in commissione Agricoltura e segretario di presidenza della Camera. 

L’emendamento al Ddl Sicurezza mette a rischio la sopravvivenza di un intero comparto impegnato in una coltivazione dove sono stati fatti investimenti significativi. Per questo, afferma Coldiretti, chiediamo la modifiche di un emendamento che danneggia pesantemente le aziende agricole. 

Di fatto l’infiorescenza della canapa rappresenta una parte fondamentale del valore aggiunto della pianta, e vietarne la raccolta e l’essiccazione rischia di far crollare un intero settore dove sono impegnati tanti giovani agricoltori. Coldiretti aveva espresso più volte la necessità di tutele per gli agricoltori che producono canapa in piena legalità, come pure riconosciuto dalla normativa europea, anche per rispondere a mercati come quelli della nutriceutica, della cosmetica, dell’industria o dell’arredo. 

Questo emendamento che, come detto, toglie la possibilità di raccogliere, utilizzare ed essiccare l’infiorescenza, blocca anche le esportazioni verso i mercati esteri che rappresentano una grossa fetta del nostro mercato tagliando le aziende italiane completamente fuori dalla competizione a livello europeo. Ora si mette a rischio un settore produttivo che conta migliaia di persone impiegate e circa 4mila ettari coltivati.